Articolo Metro Mercoledì 23 Settembre 2009
"Software studiati ad hoc e file “log”, questi i peggiori nemici del dipendente che non vuole essere spiato dal datore di lavoro mentre naviga nell’orario d’ufficio. Lo Statuto dei Lavoratori vieta l’impiego di apparecchiature per il controllo a distanza dell’attività dei dipendenti. Lo stesso Garante è dovuto intervenire recentemente per dar ragione a un lavoratore le cui attività online erano state attentamente monitorate e registrate per 9 mesi. «Non solo il datore di lavoro non può registrare nel dettaglio le abitudini web dei dipendenti, ma non può neanche controllare quanto tempo passi online: è contro le norme sul controllo a distanza dei lavoratori », spiega a Metro l’avvocato Guido Scorza, docente di Diritto Informatico all’Università di Bologna. A meno che non abbia stipulato appositi accordi con le rappresentanze sindacali e ne abbia dato informativa al dipendente. Anche per la mail «dipende dalle policy aziendali. Se un lavoratore ha ricevuto l’informativa in cui si spiega che la posta aziendale è consultabile da terzi, meglio che stia attento». Ma in assenza di appositi accordi e permessi, il datore di lavoro che viene a conoscenza di abitudini web o di mail di un dipendente, non può usare in alcun modo tali informazioni, «altrimenti è il lavoratore che lo può denunciare ». (FABIO CALTAGIRONE)"--------------------
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